Quasi cinquant’anni fa andai a sentire i Rolling Stones al Palazzo dello Sport dell’Eur. Le aspettative erano altissime, la realtà fu diversa. Per le ragioni che ho spiegato otto anni fa in questo post.
Ho comprato su Amazon il cd dei Rolling Stones “got LIVE if you want it!”. In realtà mi sono sbagliato, è stato uno di quei casi in cui il dito è più veloce del pensiero e della memoria. Quello che volevo comprare era “Get yer ya-ya’s out!”, detto anche tra gli aficionados “l’asinello” (vedi qui sotto). Avendoli avuti negli anni tutti e due come vinili, sapevo che il secondo live era decisamente meglio del primo. Ma tant’è.
Com’ècomenon’è – avrebbe detto Toto – metto nel lettore l’album e vengo travolto dalla ritmica dei Rolling e dai ricordi. E sì, le folate di basso di Bill Wyman e il tump tump tump di Charlie Watts mi riportano a uno dei concerti che meno mi sono goduto nella vita.
Era settembre, il 29, dell’anno 1970 (non è che mi ricordi anche la data, anzi, semmai l’ho rimossa. L’ho però ricostruita via…
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