Gran bella passeggiata oggi. Da Farfa, più precisamente dal guado del Fosso Riana sotto l’abbazia, fino a Toffia, con salita al paese, giretto e ritorno per la stessa strada. Circa sei chilometri e mezzo con 250 metri di dislivello totali e l’appettata finale verso Toffia, più o meno centocinquanta metri di dislivello in meno di un chilometro di salita, un quindici per cento abbondante e costante.
I primi due chilometri sono quasi idilliaci, in un sentiero abbondante nel bosco, in certi punti un po’ fangoso per le piogge di ieri e l’altroieri, ma tutto sommato assai praticabile. A destra, quando la valle si stringe un po’, il rumore delle acque del Riana si fonde al canto dei vari uccelli e ti senti un essere fortunato a essere lì in quel momento.

Il sentiero nel bosco nella valle di Farfa

Piccola deviazione: sotto un ponte (che porta chissà dove) passa il Riana
All’improvviso dal sentiero esci in una radura e inizia una strada asfaltata. Ti volti all’indietro e sopra la tua testa c’è Fara Sabina, con il Convento delle Clarisse. Di fronte, tra gli alberi, torreggia la chiesa di Toffia. Ti senti quasi arrivato e mai impressione fu più sbagliata.

Fara Sabina, il Convento delle Clarisse

Toffia, la chiesa di Santa Maria Nova
Sì, perché sei solo metà strada per quanto riguarda il chilometraggio, ma fino a lì il sentiero è stato in leggera salita e da poco dopo in poi la strada s’impenna. È l’appettata finale di cui parlavo prima. Da fare a passo costante e senza guardare troppo avanti: ché la strada è dritta e sembra non finire mai, ma sale, sale, sale.
Com’è come non è, alla fine ti affacci sulla piazza dove c’è la porta di Toffia. Entri nel bar, prendi un caffè e una ciambella (te la sei meritata tutta…) e poi entri in paese. Che è bello, bello, bello. Sali e arrivi alla chiesa di Santa Maria Nova che prima avevi visto da sotto. La vedi ancora da sotto, ma un po’ meno.

La via di Porta Maggiore con il Comune

L’architrave di un portale rinascimentale con due volti di profilo

La porta in legno di questa casa è un po’ malridotta ma è sempre bellissima

La chiesa di Santa Maria Nova
Da lì prosegui per vicoli e scale piene di gatti e arrivi alla porta che dà sul Belvedere. Ti hanno detto che c’è un sentiero che scende diretto giù a valle, ma, quando provi a prenderlo, il pendio straripido e un preservativo usato appeso a un ramo in mezzo al sentiero ti dissuadono. Meglio rifare la strada dell’andata: in discesa è tutta un’altra cosa. Tornando vedi Farfa e la Chiesa Nuova sul monte San Martino e quasi ti commuovi. Ma non ti fermi. Continui ad andare e, dopo un’oretta, sei alla macchina. Anche questa è fatta.

Vicolo, scale, gatto

La porta che dà sul Belvedere, sullo sfondo Fara Sabina

Sulla strada di ritorno, prima Farfa…

…poi la Chiesa Nuova sul monte San Martino
Devi fare solo un’altra prova sui sentieri intorno Toffia e poi provare il nuovo giro che hai in mente. Da Farfa a Toffia, da Toffia ai monti dell’Elci, da lì arrivare a Villa Maraini poi salire a Fara Sabina, scendere ai Quattro venti e di lì di nuovo a Farfa. Sarà lungo e faticoso. Se trovi qualcuno con cui farlo, sarà sempre lungo ma un po’ meno faticoso.

La traccia della passeggiata su ViewRanger
che bello, lo farò appena scendiamo giù!
Da Toffia poi puoi risalire attraverso il bosco a Farà e di lì ridiscendere a Farfa. Dodici chilometri, 4-5 ore. Bellissimo