La foto è di un anno fa, scattata nella riserva Tevere-Farfa. Era settembre ma faceva un caldo boia. Furbo come al solito mi ero imbarcato in un giro che non finiva mai e che da un bel po’ non vedeva ombra sul sentiero. Da lontano vidi un albero sotto il quale c’era qualcosa. Mi avvicinai e vidi che erano pecore, decine di pecore, stipate in ogni spazio non colpito dal sole. Temendo i cani pastore mi avvicinai con molta circospezione. Ma nessuno si lanciò contro di me abbaiando. O non c’erano, o stavano anche loro stremati al riparo dai raggi del sole. Una volta passato l’albero (e il pericolo maremmani) mi girai e fotografai la scena che vedete qui sopra.
Faceva caldo, molto caldo. Io che non sono una pecora (ma che evidentemente ho un Q.I. inferiore a quello degli ovini), proseguii per la mia strada. Ci volle quasi un’ora ad arrivare alla macchina. Dove giunsi al fine, come avrebbe detto Toto, liqueso.
P.S. Dopo aver pubblicato questo post m’è venuto il dubbio. Ma vuoi vedere… Ebbene sì, avevo già utilizzato la foto e raccontato questa storia, meno di un anno fa. Perdonatemi, so’ cose che succedono agli anziani…