Sette anni fa ricordavo un episodio di più di trent’anni prima. Allora la memoria era buona. Oggi ho la memoria del blog. Sennò ‘sta storia di 38 anni fa l’avevo bella che dimenticata.
No, non è vero, devo smentirmi prima che sia finita una riga di testo. Come dico alla fine del post, «non tutti possono dire di essere stati rifiutati da Michelangelo Antonioni». Io sì, lo posso dire. E certi “no” non si dimenticano…
Ero stato coinvolto da un’amica per una “comparsata” sul set dell’ultimo film di Cristina Comencini, ma ho dovuto rinunciare perché la mia gamba non va benissimo e perché un’urgenza di lavoro ieri mi ha travolto. L’occasione però mi ha ricordato un episodio della mia giovinezza che avevo cancellato dalla mente: quando, trent’anni fa, uno dei più grandi maestri del cinema italiano mi guardò e con un gesto del capo disse “no, non va bene per la parte”.
Oddio, non che fosse una parte vera. Il film era Identificazione di una donna (e a posteriori non è che abbia perso più di tanto a non legare il mio nome a quel film) di Michelangelo Antonioni. Dunque doveva essere la fine del 1981. Serviva uno che interpretasse un regista teatrale e non c’era neanche una battuta, se ricordo bene. Si trattava di scendere di corsa le scale di un teatro
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