Ieri sera abbiamo visto un film colossale, travolgente. Una screwball comedy tra le più belle, se non la più bella, che abbia mai visto. Un dvd che avevo comprato tanti anni fa e poi messo in uno scaffale. Non dimenticandolo, no – che un film di Preston Sturges non si può dimenticare. Ma trascurandolo, sì. Tant’è che ieri sera vedendolo – credo per la prima volta, un film così non si può rivedere senza ricordarsi di averlo già visto – ho veramente goduto tanto.
Per la trama – folle e un po’ surreale –; per il ritmo – incalzante e a volte travolgente –; per le battute – una dopo l’altra, una meglio dell’altra, fino all’ultima, totalmente inaspettata, che introduce un finale tra i più incredibili e imprevedibili che abbia mai visto al cinema (anche se l’ho visto sul televisore di casa, più cinema di così si muore). Un film che ha quasi ottant’anni ma non invecchierà mai.
E ora, dirà qualcuno, ce lo vuoi dire di che film si tratta? Subito serviti. Era The Palm Beach story, in italiano Ritrovarsi, del suddetto Preston Sturges (cui è dovuta anche la sceneggiatura), una pellicola uscita alla fine del 1942, con un’inarrivabile Claudette Colbert nel ruolo della vulcanica protagonista, Geraldine “Gerry” Jeffers, un Joel McCrea un po’ meno legnoso del solito in quello di suo marito Tom Jeffers, un grande Rudy Vallée nel ruolo del miliardario John D. Hackesacker III e una spumeggiante Mary Astor in quello della sorella del miliardario, la principessa Centimilia. E, last but not least, un grandissimo Sig Arno (grande attore ebreo-tedesco, scappato dalla germania nel 1933 e dall’Europa nel 1939) in quello di Toto, il momentaneo amante della principessa, che parla una lingua che nessuno capisce, tetragono a sua volta nel non capire (o far finta di, che in fondo è la stessa cosa) i benservito che la principessa cerca di dargli.
Film così non si fanno più. E probabilmente non si potrebbero più fare. Sono il frutto di una stagione irripetibile del cinema hollywoodiano. Ma li hanno fatti. Stanno lì. Possiamo vederli e godere.
Purtroppo la prossima volta che lo vedrò – e non farò passare molto tempo (mi sa che qualche scena me la rivedrò stasera stessa…) – non sarà più la prima volta. E la prima volta, si sa, non si scorda mai…