Un grande musicista tra le stelle

«Stasera fa freddo e c’è un cielo bellissimo sulla mia valle. Con tutte le stelle accese e un falcetto di luna crescente dietro il quale si intravede tutto il satellite. Mi immagino che lassù, su un clavicembalo rigorosamente originale, oggi Leonhardt stia suonando le Variazioni Goldberg davanti al sommo Maestro. E che il grande Johann Sebastian gli dica: “Gustav, io non la pensavo così, questa musica, ma è bellissima”.». Così concludevo questo post sette anni fa. Oggi, 25 gennaio 2019, il tempo non è bellissimo e le stelle stasera non sono accese. Ma il mio amore per Gustav Leonhardt, al di là del fatto che oggi magari qualche altro clavicembalista mi piaccia di più, rimane intatto.

enricogalantini

Sono venuto a sapere da un amico che è morto qualche giorno fa Gustav Leonhardt, il grande clavicembalista, organista e direttore d’orchestra che è uno dei padri, se non il padre, della pratica filologica (o esecuzione storica che dir si voglia) della musica barocca, della musica “antica”. Per capire la sua importanza, basterebbe solo leggere la lista dei suoi allievi pubblicata da wikipedia: ci sono tutti (o quasi) i più importanti clavicembalisti viventi (da Alan Curtis a Ton Koopman, da Christopher Hogwood a Bob Van Asperen).

So di averlo sentito dal vivo tanti e tanti anni fa, e quasi di sicuro era al Festival Barocco di Palazzo della Cancelleria. Ho un ricordo abbastanza preciso della sobrietà della sua immagine, il suo aspetto affilato, la sua postura un po’ rigida, ma non ricordo il programma, se il grande Bach o qualche sua scoperta di allora. Sono sicuro che mi piacque molto:…

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