Un giorno – oggi, venerdì 18 gennaio – in quattro fotografie.
Alle otto esco con Chicca e, fotografando un cedro di Fernando, mi viene spontaneo chiedermi quanto sarebbe stata differente la foto se fatta in bianco e nero…
Più tardi – sono circa le nove e mezzo – passeggiando sotto l’ombrellone da contadino, ascolto la pioggia che viene e va (nel momento della foto sta venendo – e alla grande)
e mi rendo conto che la pioggia si sposta, cammina anche lei: dieci secondi fa cadeva forte cinquanta metri più in là, lo testimoniava il rumore deciso sul tetto di lamiera di un fienile, mentre qui quasi non c’era; adesso piove forte anche qui, su di me…
Dopo la ginnastica posturale, tornando a casa, mi fermo al bar sul belvedere di Montopoli – saranno le dodici e mezzo – per giocare un biglietto dell’Eurojackpot (la sapete quella del tizio che chiede con insistenza a Dio di fargli vincere alla lotteria e all’improvviso sente una Voce dai cieli che rimbombando gli chiede: «Ma tu almeno l’hai preso un biglietto?»); quando scendo dalla macchina la vista sul Soratte è questa…
Ultimo scatto, dalla mia stanza. Dopo un lauto pranzo (due yogurt: stasera vado a mangiare la pizza alla Badiola, meglio stare leggeri…) ricca pennica. Quando rientro in me, sono le quattro meno un quarto, dalla finestra entra una luce particolare. Questa
L’ha ribloggato su enricogalantinie ha commentato:
Ripetizione corretta. Alla giornata mancava una foto, la quinta della serie. Un’ora dopo l’arcobaleno, il riflesso del sole calante dipinge di rosa, quasi rosso, le nuvole sulle pendici dell’Acuziano. Senza quest’immagine il diario della giornata era incompleto