È bello avere amici che amano le cose che ami anche tu. Sai già che se ti propongono di fare o di vedere qualcosa, sarà qualcosa che valeva la pena di fare o di vedere. Domenica siamo stati in Maremma da Roberta e Antonio e poi insieme verso l’Amiata: in serata ci attendeva infatti un concerto, l’ultimo della stagione 2018 dell’Amiata piano festival, nell’auditorio della Fondazione Bertarelli (una bellissima sala, un’incredibile struttura per fare musica nel bel mezzo del niente, se si può definire “niente” la campagna toscana). Prima siamo andati a vedere il monastero di Siloe, che si trova poco lontano da quel niente, una comunità che ha vent’anni e che s’inserisce nel solco della tradizione benedettina.
C’era un tempo strano, domenica pomeriggio. Nuvoloni neri verso la montagna, con concrete minacce di pioggia. E invece il cielo è stato clemente con noi, consentendoci la visita al monastero e anche il concerto senza dover sfoderare ombrelli e cappucci. Siloe si trova su un poggio vicino al paese di Poggi del Sasso e sotto si stende a perdita d’occhio un panorama bellissimo. Dov’è adesso la cappella della Trinità c’era un tempo un ovile. Era l’unico edificio della zona. Adesso c’è un complesso architettonicamente interessantissimo (anche se ancora non completo) sia esteticamente che dal punto di vista costruttivo, con un uso sapiente dei princìpi della bio-architettura.
Fuori dal monastero, ci sono anche alcune opere d’arte assai suggestive. Nel silenzio e nel vento. E in una luce che andava verso il tramonto in cui tutto galleggiava.

Il monastero, dal lato Sud

La Casa della Sapienza, sette monoxili in larice della Val di Fiemme

La casa della sapienza da un’altra angolazione

L’Olivo/Crocifisso

La sala del Capitolo del monastero

La cappella della Trinità (dietro s’intravede il monastero)

La cappella della Trinità dal monastero, al tramonto