Un mistero di famiglia risolto qualche anno fa dall’intuito investigativo di Galantini Holmes, il cugino intelligente di Galantini Jones (a sua volta il cugino intraprendente del predetto Galantini Holmes).
Nel mio piccolo angolo delle immagini di famiglia accanto al letto c’è anche questa incisione, che ricordo quando ero piccolo nello studio di mio nonno a Via Dandolo. Si trovava all’immediata sinistra della porta, nel poco spazio che precedeva la libreria. C’era una candelina votiva spezzata attaccata al chiodo cui era appeso il quadro e quello era per nonno, e quindi per noi, il Beato Ippolito Galantini, il beato “di famiglia”.
Il quadretto poi è passato a mio padre e da lui a me. Nel frattempo, qualche anno prima era morto zio Adriano, il fratello di mio padre, che mi lasciò tutte le sue carte e foto di famiglia, quelle che aveva ereditato da nonno Enrico e nonna Maria. E quelle che riguardavano i suoi studi sui nostri antenati. Tra queste carte, c’era anche un volume del 1624, con la “Vita del Beato Servo di Dio Hippolito Galantini fiorentino, fondatore…
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