Adesso è buio, le patate pecorelle sono sul fuoco, Chicca tanto per cambiare sonnecchia, Sparaciu è entrato nello studio e cigola sottovoce per dire che, insomma, fuori non c’è più il sole, e dunque è l’ora e lui comunque vorrebbe tanto mangiare (peccato che non sia credibile perché cigola per il cibo a tutte le ore del giorno…).
Ma un’ora e mezza fa, mentre navigavo nel tempo e nello spazio sullo schermo del mio iMac, una strana luce che veniva da fuori mi ha letteralmente fatto sollevare dalla sedia e spinto verso la porta (sembrava di stare in un film di fantascienza).
Fuori, lo spettacolo era questo. Se allungavo la mano lo toccavo, quell’arcobaleno
(il primo, intendo). Ma pioveva, e allora sono rimasto lì a bocca aperta a guardare. L’ultima volta l’arcobaleno finiva nel Farfa, sotto casa di Fernando. Questa volta doveva essere giusto al di là della strada. Se continua così, la prossima volta lo aspetto con la pala, l’arcobaleno, pronto a scavare nel nostro terreno. Così la pentola d’oro sarà mia (che mi farebbe assai comodo…)