Una vita in due righe

Questa mattina sono un po’ stanco – la giornata del Fai di ieri al museo diocesano mi ha un po’ provato – e allora mi sono seduto davanti al computer per portare avanti un lavoro al quale mi sto dedicando da qualche tempo con alterno impegno.

Faccio un passo indietro. Una delle cose che mi piacciono da tanto tempo (quasi quarant’anni, direi) è fare delle compilation, che tengo per me e do ad amici e amiche che condividono la mia passione per la musica. Le prime ovviamente le facevo su audiocassetta, poi è stata la volta dei cd, adesso direttamente su mp3. Quella su cassetta (alle quali davo nomi strani, quasi in codice, che all’epoca volevano evidentemente dire qualcosa per me, ma che oggi mi suonano come giochi un po’ stupidi di parole) le ho tenute anche quando, di cassette, ne ho buttato via qualche centinaio: dentro di me pensavo che avrei potuto riversarle sul computer, prima o poi, e riascoltare le vecchie musiche, le vecchie scelte. Qualche tempo fa ho letto la pubblicità di un convertitore da cassetta a mp3: costava poco, l’ho preso e ho cominciato a riversare questi mix. Tranne pochissimi, però, il suono è pessimo: il problema non è tanto che siano a bassa fedeltà, il problema è che perdono i giri tanto da diventare inascoltabili.

A questo punto mi è venuta in mente un’idea geniale, scusate l’immodestia. Invece di riversare da cassetta a computer, avrei fatto meglio, magari non prima ma sicuramente meglio, a scaricare gli stessi pezzi da YouTube (su cui si trova davvero di tutto e di più), trasformarli in mp3 e ricostruire in questo modo le compilation dell’epoca. Ed è quello che sto facendo.

OMD

 Orchestral Manoeuvres in the dark

Girando su YouTube mi capita ogni tanto di leggere i commenti che gli utenti postano sotto i pezzi, anche perché a differenza di altri social non c’è quasi mai violenza verbale. Sono in massima parte in inglese ed è spesso la fiera del ricordo. La musica evoca, la musica coinvolge, la musica fa tornare alla mente il passato. Stamattina cercavo i pezzi di una compilation intitolata “Anno più, anno meno”, che a naso dovrei aver fatto intorno al  5 maggio del 1986, data del mio 33° compleanno, a vedere i pezzi, molti dei quali nella colonna sonora del film Pretty in Pink, che uscì proprio quell’anno. Mentre scaricavo If you leave me, una canzone degli Orchestral Manoeuvres in the dark, per gli amici O.M.D., gruppo di cui confesso avevo quasi dimenticato l’esistenza, ho letto un commento (di otto mesi fa) che mi ha fatto tanta tenerezza.

In due righe c’è una vita:  «I took the girl of my dreams to see Pretty in pink, we got married and had three children. I lost her eleven years ago and my heart has never been the same.» (Per i pochissimi che non parlano inglese, traduco: «Ho portato la ragazza della mia vita a vedere Pretty in Pink, ci siamo sposati e abbiamo avuto tre figli. L’ho persa undici anni fa e il mio cuore non è più stato lo stesso.»).

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