Se qualcuno mi chiede quale sia il posto più incredibile che abbia visto nella mia vita, io che non sono un gran viaggiatore non ho dubbi. È una cascata in una grotta (che non è una grotta ma una specie di enorme pozzo nella montagna) in Venezuela, dove sono stato con i compagni della Cgil durante un giorno di riposo di un lungo congresso del sindacato mondiale che si tenne nel 1992 (se ricordo bene) a Caracas.
Il ricordo è vivido ancora oggi, anche se alle immagini che ho ben precise nella mente non corrispondeva un nome con cui chiamarle. Allora mi sono messo su Google a cercare e piano piano ho ritrovato il posto e anche qualche immagine.
La gita incominciò con un aereo da Caracas a Ciudad Bolivar, affascinante città in stile coloniale sull’Orinoco, là dove il fiume si restringe a soli 700 metri di larghezza (tanto che fino al 1846 la città si chiamò Angostura). Da lì un piccolo aereo a elica, da 20 posti al massimo, ci portò prima a vedere il Salto Angel dall’alto, poi a traversare tutto l’Ayuan Tepui (l’incredibile montagna da cui scende il Salto Angel) fino ad arrivare nella Gran Sabana, dall’altra parte.

Il Salto Angel, da sotto e dall’alto
Da qui andammo a piedi per circa un’ora o poco meno, vedendo una dopo l’altra tre cascate diverse e interessanti. Ma la più incredibile, cui si arrivava risalendo un fiume e poi nuotando (i meno avventurosi lo fecero in piroga) in uno stretto passaggio tra le rocce, era la Cueva (grotta) di Kavac. E lì ricordo che tutti, anche il grande capo Bruno Trentin, spalancarono occhi e bocca in un oooohhh di meraviglia.

Il corridoio tra le rocce

Qui e sotto tre immagini della cascata
L’acqua cadeva da tutte le parti, il frastuono era incredibile, Mi ricordo che andai anch’io sotto la cascata, vincendo la corrente che ti spingeva via ed era assai forte. E quando arrivavi sotto la cascata ti sentivi come la pelle di un tamburo che mille batteristi suonavano tutti assieme.