Il tempo analogico

Leggo questo post di un anno fa e penso: “Enrico, sei un coglione”. O magari: “Enrico, sei stato un coglione quando hai scritto questo post”. Più precisamente: ”Enrico, sei stato un coglione quando hai fatto il titolo a questo post”. Perché ti/mi si offriva la possibilità di un bel giochetto di parole (digitale come “fatto con le dita” e dunque il titolo avrebbe dovuto essere “Il tempo digitale”) e invece sei stato fedele al significato del pezzo, alla contrapposizione tra “digitale” e “analogico” e ti sei accontentato di un titolo moscio come “Il tempo analogico”.

Bleah, come diceva Snoopy a Charlie Brown. (O era forse Nyahhh l’interiezione di scherno con cui il bracchetto annichiliva il suo padrone?)

enricogalantini

Dalla cantina di papà mi giungono un po’ di ricordi e di oggetti. Tra questi ultimi, uno strano calendario (in una qualche lega metallica) con termometro incorporato.

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Mi ero perso i “pirulini” che servono a segnare mese e giorno ma poi per fortuna sono risaltati fuori (l’intelligenza delle cose…). E allora è pronto e funzionante (e anche il termometro sembra esserlo).

Non so che origine abbia, né l’avevo mai veduto in casa, questo calendario/termometro. Ma mi piace. In tempi come i nostri, così digitali, il fatto che qui siano “i diti” a segnare giorno dopo giorno il tempo che passa in qualche modo mi tranquillizza. E se poi uno si dimentica di segnare il nuovo giorno che arriva, basta guardare la data che segna il calendario per vedere l’ultimo giorno in cui il passare del tempo è sembrato davvero importante.

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