Ho ricevuto dal cugino Andrea S. (cugino di 12° grado: nel Settecento due nostre nonsoquanto-avole erano, credo, sorelle) un interessante ritaglio da un Messaggero del gennaio 1883 che parla dell’“innominabile”, del padre di mio nonno, cioè del mio bisnonno Luigi Galantini, vittima di un borseggio davanti al Palazzo dell’ Esposizione, appena inaugurato, mentre cercava di salvare una bambina travolta dalla folla. Eccolo.
È buffo leggere nei panni dell’eroe di quel tuo bisnonno di cui non sai nulla se non che tuo nonno, che non visse mai con lui in quanto rifiutato alla bella età di sette anni, una volta arrivato ai settanta anni, anno più o meno, pur di non finire nella tomba di famiglia con lui, se ne fece una per sé e per noi, dall’altra parte del Verano.
Mi piacerebbe trovare una volta o l’altra un ritratto di Luigi, vedere com’era fatto, se assomigliava a nonno Enrico (che per altro assomigliava molto a sua madre e a una sorella, Corinna). Ma credo che sia una curiosità destinata a restare insoddisfatta.
P.S. Nell’articolo si parla della casa di Via della Lungarina 56. Chi fosse interessato la può vedere qui.