I gatti di Rocchette

 

Rocchette da Rocchetine (1)

Rocchette vista da Rocchettine

La vigilia di Natale m’era presa voglia di andare a vedere la chiesa di Rocchette (dove sono conservate più tele di Girolamo Troppa, pittore seicentesco che era nato nel 1636 proprio in questo delizioso borghetto sabino lungo le rive dell’Imella, al quale a maggio ad Alatri dedicheranno una mostra sulla Pietà lì custodita in occasione della scoperta della firma autografa del pittore sulla tela).

Non ero riuscito a riperticare né su Internet né via telefono informazioni sul fatto se la chiesa fosse più o meno aperta ed eventualmente a che ora, ma – mi sono detto – anche se fosse stata chiusa sarebbe sempre valsa la pena di farci un salto e camminare tra le sue (poche) stradine in (molta) salita.

Così ho fatto. Ovviamente la chiesa era chiusa e nel mio giretto in paese, dove case ben restaurate stanno accanto a scheletri di vecchie magioni in rovina,  non ho incontrato anima viva (ho giusto intravisto una signora che batteva il piumino alla finestra). Mi correggo. Qualche anima viva l’ho incontrata. Appena sotto la chiesa del Ss. Salvatore. Una tribù di gatti la maggior parte dei quali se ne stava pigramente (come ti sbagli?) a prendere il calore tiepido di un assolato mezzogiorno invernale. E che non hanno mosso ciglio quando sono arrivato io, degnandomi al massimo di uno sguardo per il quale non trovo l’aggettivo giusto.

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