Quando racconto che Arturo, il nostro primo gatto – uno splendido felino bianco e rosso che un giorno purtroppo scomparve nel nulla –, veniva a passeggiare con noi e i cani, pochi mi credono. E invece è vero: si faceva anche un chilometro e mezzo ad andare e altrettanti a tornare. Al ritorno, per fare vedere che era stanco, ci superava di corsa e poi si rotolava per terra, come a dire “ebbasta, ‘ndo m’avete portato, io so’ ‘n gatto…”. Ma poi, la mattina dopo, quando ci preparavamo a uscire, lui era sempre là.
Oggi di questo ho trovato la prova in un vecchio hard disk, dove ho riperticato foto di dieci-undici anni fa. Eccoli, lui e Chicca, sulla via del ritorno, a poco meno di un chilometro da casa, che guardano verso qualcosa che sta sotto, nella palude.
Anche se va detto che la cosa che gli riusciva meglio, come credo a tutti i gatti, era dormire. In quella attività era davvero un campione di stile e continuità.