Mi ha fatto molta impressione leggere che Dustin Hoffman, che stasera si potrà vedere (chi vorrà) ne I Medici su Rai Uno, ha 79 anni. Cribbio, ancora uno e siamo a 80, la quota oltre la quale non ci si può esimere dal definirsi vecchi.
È sempre l’età degli altri che ci frega. E non degli altri che ci sono vicini, con i quali condividiamo/abbiamo condiviso la vita, gioie-dolori-ricordi… Loro invecchiano insieme a noi, la loro età non è mai una sorpresa (magari quella dei figli/nipoti, se ci si pensa, può indurre a riflessioni più o meno allegre sul passare del tempo…).
Sono gli altri che “conosciamo” da una vita ma non frequentiamo – gli attori ad esempio – che ci inchiodano alla nostra, di età, al tempo che passa inesorabile. Ma come, era solo ieri che Dustin Hoffman debuttava da pischello ne Il Laureato e oggi ha ottant’anni?! In realtà dal Laureato sono passati quasi cinquant’anni (quarantanove per l’esattezza) e Dustin aveva già trent’anni, anche se faceva la parte di un poco più che ventenne.
Dunque, trenta + quarantanove = settantanove. La matematica non è un’opinione. Così come quattordici (la mia età d’allora) + quarantanove = sessantatré. Numero che da parte mia rimuovo costantemente, in attesa di rimuovere quello, di uno più alto, che la matematica (e la vita) mi appiopperà tra qualche mese.
Dice un mio amico “non è che io mi sento anziano è che vedo il mondo pieno di giovani…”
Io vedo un sacco di coetanei e penso: “ammazza quanti
vecchi in giro…”
Qualcuno diceva che ci si rende conto d’esser vecchi quando la propria età è il doppio di quella della propria star preferita..
Ecco perché non mi sento vecchio…