Nel cimitero di Sesto, con la Cima di Sesto sullo sfondo, c’è la tomba di Sepp
Innerkofler e della sua famiglia, una cappelletta impreziosita da un bell’affresco di Rudolf Stolz, il pittore di Sesto, che raffigura un Cristo morto ai piedi della croce, sorretto dalla Madonna e da San Giovanni (la foto controluce
non è proprio il massimo ma l’opera è notevole…). Innerkofler, grande scalatore, guida alpina e imprenditore (fu lui a fondare il rifugio Drei Zinnen, quello che noi italofoni conosciamo come Locatelli ed è sempre pieno come il Corso all’ora di punta, e più tardi anche il rifugio Zsigmondy – per noi Comici), è uno degli eroi della prima guerra mondiale, tra le file dell’esercito austriaco, naturalmente. Morì a cinquant’anni, all’inizio di luglio del 1915, sul Monte Paterno, in un’azione sulla cui fattibilità era perplesso ma che, da buon soldato, non si rifiutò di portare avanti. Nel mese precedente, sulle altre cime lì intorno, aveva fatto con i suoi della Pattuglia volante, cose che noi umani…
Nel cimitero (più precisamente nella scala che dalla strada porta su al cimitero) Stolz dipinse la sua opera più famosa, Il trionfo della morte, ma a Sesto e a Moso ci sono molte testimonianze della sua arte,

Il cimitero di Sesto, in fondo l’imbocco della scala con il Trionfo della morte
tra cui anche un museo a lui dedicato. Qui sotto un particolare della serie di affreschi che compongono il Trionfo della morte.
Quando piove, in Val Fiscalina, oltre a ricreare il corpo con i dolci della signora Kofler, è possibile anche elevare lo spirito…