Facciamo un salto di cinque secoli e veniamo a un altro grande ritratto.
Quello del dottor Haustein, famoso dermatologo ebreo berlinese, dipinto nel 1928 da Christian Schad. Quadro dominato da quell’ombra che sovrasta la figura del medico e che non è evidentemente la sua ombra. Una scelta che cambia radicalmente la chiave di lettura per un ritratto tutto sommato abbastanza tradizionale rispetto ad altri dello stesso Schad.
Secondo la scheda del museo Thyssen-Bornemiza, l’ombra è quella di una modella, Sonja, di cui il medico s’innamorò (a me aveva fatto pensare, di primo acchito, a un incontro ravvicinato di un altro tipo…) e la sua presenza è la premonizione in qualche modo del futuro tragico del dottore e della sua famiglia: la moglie si suicidò per l’infedeltà del marito, il quale, anche lui, si tolse la vita con il cianuro nel 1933, dopo essere stato arrestato dalla Gestapo.
Un grande quadro, abbastanza angoscioso. Mi domando come accolse, il dottor Haustein, l’idea di Schad di raffigurarlo in quel modo. Forse, uomo di mondo qual era (il suo salotto era assai rinomato a Berlino), avrà accolto il ritratto con un sorriso e un’alzata di spalle. Io non credo avrei reagito in quel modo…