La settimana scorsa, prima che arrivasse quel po’ d’influenza che mi ha bloccato per tre-quattro giorni, – fino a che ho deciso che ero guarito e mi sono dunque avviato a star meglio –, l’altra settimana, dunque, siamo stati a Bomarzo, per vedere la Villa delle Meraviglie (o Parco dei Mostri, o Sacro Bosco che dir si voglia) e fare due passi anche su in paese.
Erano anni e anni – decenni direi, anche se non riesco a ricordare quando – che non ci andavo. L’ho trovata molto curata (nei miei ricordi era abbastanza delabré, e questo le dava un fascino particolare), con una biglietteria-bookshop-bar funzionali e gradevoli e anche un discreto servizio di sorveglianza, il che non guasta mai.
C’era un buon numero di persone, molte famiglie con bambini, ma tutto sommato si poteva girare tranquillamente e in relativa solitudine da un mostro all’altro. Quella che ricordavo meglio era la casa storta (ma non ricordavo la sensazione di malessere che ha colto un po’ tutti nell’entrarci: un improvviso giramento di testa e un senso di oppressione, che sono durati un po’ anche dopo esserne usciti).
Ma anche le altre “meraviglie” volute a metà Cinquecento dal principe Vicino Orsini per stupire i suoi ospiti non sono da meno (e non danno brutte sensazioni…). Eccone alcune.




Nel Sacro Bosco l’acqua scorre in abbondanza. Molti dei “mostri” sono in realtà fontane. Se un giorno ricominciassero a funzionare come tali, sarebbe una (ulteriore) meraviglia.