Domenica, ascensione alle rovine dell’abbazia di S. Martino sopra Farfa (la parola “ascensione” è tecnicamente abbastanza corretta, essendo noi saliti sulla cima del monte Acuziano, ma effettivamente un po’ esagerata, vista la facilità e la brevità del tragitto – e anche il termine “monte, per l’Acuziano, è un po’ sovradimensionato).
Con Sergio e Matteo ci siamo comunque regalati un paio d’ore di serenità, di aria buona, di silenzio e di panorami a 360 gradi: dal Terminillo al Velino, dai monti Lucretili a Tivoli e Montecelio, dalla piana di Roma al mare, dal Soratte ai Cimini e ai monti Sabini. Il mio fratello di musica e suo figlio (quindi mio nipote di musica) hanno apprezzato. Lo dimostrano anche le foto che ho scattato.
E per finire l’immancabile panoramica (con un protagonista d’eccezione – in più di un senso…).
Tranquillizzo tutti: la scomparsa del collo di Sergio è dovuto a una di quelle aberrazioni prospettiche che si generano quando si “panoramica” troppo (qui siamo ben oltre i 180 gradi) e il soggetto si muove un po’. Il collo di Sergio è vivo e lotta assieme a noi. Avevo pensato di rifarglielo nell’immagine photoshoppandolo. Ma le mie conoscenze tecniche non sono all’altezza. Fosse un dipinto, potremmo dire che il pittore era un po’ naif. Ma possiamo comunque dire che anche il fotografo è un po’ naif…



La prima domenica di primavera!
Il “cicerone sabino” è stato all’altezza della consolidata fama!
A dire il vero, risalendo in macchina, ho avuto qualche problema nel regolare lo specchietto retrovisore!!!
bastava avere un cuscinetto sul sedile e nun cambiava gnente