E se poi il treno deraglia?

Chi sa se qualcuno dei miei cinque lettori si ricorda quel carosello dove suonavano la Marcia Turca di  WAM, quello con Angelino, cherubino un po’ birichino che doveva e voleva scendere sulla terra anche se sapeva che sarebbe andato incontro a chissà quali guai…

Angelino mi è venuto in mente guardando questa immagine che mi ha fatto avere mia sorella, con il trenino della Val di Fiemme fotografato da mio padre mentre attraversava (il treno, non mio padre) la strada davanti alla casa che prendevamo in affitto tutte le estati. (L’effetto di luce credo sia dovuto alla stampa o al passare del tempo, più che a un raggio di sole catturato dalla Leica del babbo).

treninoMi è venuto in mente Angelino per un gioco che facemmo un giorno a Ziano, proprio con il trenino. Mettemmo infatti una monetina da 20 lire su un binario, per vedere come come sarebbe stata deformata dal passaggio del treno. Eravamo alla fine degli anni cinquanta, o all’inizio del decennio seguente, l’idea ci parve elettrizzante. Anche se poi ci venne un dubbio: ma se poi il treno deraglia? Chi glielo dice che l’avevamo fatto così, per gioco, per vedere come veniva ridotta la moneta?

Ma, proprio come faceva Angelino, non demmo retta alla voce del buon senso (“vuoi davvero andare sulla terra?”) e assistemmo abbastanza da lontano – diciamo da una distanza di sicurezza – al passare sferragliante del treno. Devo ammettere che non mi ricordo che fine fece la moneta. Il treno sicuramente non deragliò, ma fece tranquillamente i trecento metri che lo separavano dalla stazione di Ziano. Dove c’era la capostazione, una signora dai capelli bianchi raccolti dietro la nuca, di cui non ricordo il nome (ma lo chiederò ai miei fratelli) che era sempre molto gentile con noi bambini villeggianti.

Ma questa è un’altra storia…

2 pensieri su “E se poi il treno deraglia?

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