Meglio un salame oggi

Innanzitutto grazie. Grazie a Fabio, il procuratore di delicatessen di mio fratello Angelo: per la passione che mette nel suo lavoro (motivo oggettivo); e per l’ottimo salame di capriolo (della Val di Fiemme!) che mi ha mandato ieri tramite il suddetto fratello (motivo soggettivo). E che abbiamo religiosamente (e rapidamente) fatto fuori, mentre un bel fuoco ardeva nel camino.

Ieri infatti era previsto baccalà (anch’esso di Fabio): assolutamente perfetto nel suo sugo di pomodoro, come sempre; questa volta accompagnato da un cavolfiore dell’orto preparato da me, ripassato aglio olio peperoncino olive e acciughe, e poi sfiammato con un po’ di vino rosso, il più che onesto Cecapecore di Favaroni di Montefalco (dall’incredibile rapporto qualità-prezzo, come si diceva un tempo).

Ma prima, visto il dono, antipasto di salame di capriolo di Titospeck (Daiano) con il fragrante pane alle noci del fornaio (anzi della fornaia) sulla strada principale di Poggio Mirteto.

Decisamente intrigante il sapore del salame, dove il capriolo è il 26 per cento ma con la sua presenza “complica” il gusto del maiale con un qualcosa che non so descrivere se non proprio con il verbo che ho appena usato. Il sapore del salame, almeno così è per me, è diretto, solare e – per quanto le sfumature siano tante quante gli (innumerevoli) tipi che allietano quasi ogni contrada di questo nostro straordinario paese – immediato, qualcosa che mi richiama l’infanzia e la gioia del “panino con il salame”, archetipo di assoluta felicità per la bocca, lo stomaco e il cuore. Ecco questo salame è meno immediato, allude a qualche cosa d’altro, un po’ come i salumi di cinghiale ma decisamente più elegante. Un salame più da persone mature, per non dire da vecchi, insomma, e dunque adatto a me.

Ho poi fatto un giretto su internet. Mettendo su google le parole “salame” e “daiano” è venuto fuori il sito titospeck, che racconta la storia di questa bella realtà trentina (un sito che fa venire l’acquolina in bocca…)

PS In serata, con il cacciatore avanzato, ricco panino con il pane un po’ raffermo di Calabria (quello di martedì), tagliato sottile sottile. Un poema…

PPS  Con il baccalà (ma prima anche con il salame) abbiamo bevuto una bottiglia di Verdicchio riserva Stefano Antonucci 2009 (un tre bicchieri dal prezzo quasi commovente), verdicchio fermentato e maturato in legno. Semplicemente perfetto.

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