Amo le olive, comunque preparate: al forno (e poi più o meno condite), ammaccate alla calabrese (schiacciate con peperoncino e semi vari tra cui il finocchio), fatte macerare sott’olio con le alici (come le fanno da queste parti: bisogna solo avere la pazienza di aspettare qualche anno), oppure (forse soprattutto) quelle verdi, grandi e dolci (quelle che quando ero bambino venivano vendute assieme ai lupini: “olive dorci e fusaje”, gridava l’omino per la strada). E mi piacciono anche quelle ascolane, fritte ripiene di carne. O quelle ripiene di qualsiasi cosa.
Sono buone così da sole, arricchiscono mille piatti, ma secondo me il modo migliore per mangiarle è con il pane (un buon pane a lievitazione naturale) e un pecorino stagionato il giusto. Magari il tutto accompagnato da un bel Vermentino come il Canayli. Provare per credere.

