L’altro giorno ho finito La forza del destino, di Marco Vichi, edito da Guanda. È l’ultima storia (per adesso, spero e credo) del commissario Bordelli, il personaggio “principe” dello scrittore fiorentino. È la settima avventura (contando anche un romanzo breve (o racconto lungo ) e una graphic novel. Storie “in costume”, ambientate negli anni sessanta, a Firenze, con un protagonista umano, molto umano, già marò e poi partigiano durante la guerra, e ora, a cinquant’anni suonati (era nato nel 1910) commissario nella questura fiorentina, alle prese con un questore (il dottor Inzipone) più politico che poliziotto, con delitti di tutti i generi, anche i peggiori.
Il personaggio appare in un libro che s’intitola appunto Il commissario Bordelli ed è ambientato nell’estate del 1963, segue Una brutta faccenda (estate 1964), Il nuovo venuto (dicembre 1965), il racconto lungo Perché dollari (flashback all’estate del 1957), la graphic novel Morto due volte (periodo non precisato) e poi gli ultimi due, intimamente legati tanto da essere quasi un solo romanzo (non a caso l’ultimo inizia con lo stesso ritaglio di giornale con il quale finisce il precedente): Morte a Firenze (ambientato nei giorni dell’alluvione, ottobre novembre 1966) e, appunto, La forza del destino (primavera 1967).
Bordelli è un protagonista a tutto tondo, uno che dopo un po’ ti sembra di conoscerlo. Ha amici un po’ extra ordinari, dal Botta, ladro e cuoco sopraffino, al medico legale, dottor Diotivede, dal giovane Piras, suo assistente e figlio di un compagno di guerra partigiana, a Dante, inventore di cose inutili che vive in collina. Ama le donne, ha un rapporto speciale, quasi fraterno, con l’ex prostituta Rosa e come ogni eroe hard boiled che si rispetti finisce sempre per restare solo. Negli ultimi due romanzi c’è una crescita del personaggio. Che s’imbatte in un crimine orrendo dietro il quale ci sono personaggi potenti e poteri forti. E se Morte a Firenze è la sconfitta di Bordelli, che scopre la trama del delitto ma si trova impossibilitato a perseguirlo, La forza del destino è la rivincita del personaggio. Che lascia la polizia e fa in qualche modo giustizia. Una giustizia a caro prezzo.
Un bel personaggio e una gran bella scrittura, quella di Vichi. Che ti coinvolge, ti porta dentro la storia. Scorrevole quanto basta, profonda il necessario, asseconda trame ben costruite, dà corpo all’umanità del protagonista e dei comprimari. Sembra di vederle, mentre leggi, le strade di Firenze, le bettole, le ville altolocate e i castelli in collina. Nell’ultimo romanzo, dopo l’alluvione, Bordelli vende casa e va a vivere in campagna, all’Impruneta, inventandosi contadino. È un’esperienza ben descritta, lo posso confermare.
non sapevo fosse uscito l’ultimo bordelli!!!
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finito di leggere l’ultimo bordelli. molto piacevole e scorrevole e soprattutto molto condivisibile la storia, anche se per fortuna resta una storia.
geniale il filo del destino che attraversa tutto il romanzo, bellissima la cena con amici e ricordi.
s’, bordelli è un bel personaggio e i suoi amici sono fantastici