È stato un errore di sbaglio, come diceva qualcuno, non ricordo più chi (sarà grave? Sarà l’inizio del crollo?). Ero convinto di aver preso dalla grotta l’ultima bottiglia del 1998 dell’incredibile chardonnay Marina Cvetic di Gianni Masciarelli quando, dopo averla aperta, annusato il tappo (ottimo), versato un po’ di vino nel bicchiere (bello il colore quasi dorato un po’ pallido), fattolo debitamente ruotare e snasatolo altrettanto debitamente (osteria, mi sono detto, nonostante i tredici anni questo vino è ancora una bomba), dopo aver fatto tutte le operazioni di rito, a quel punto, quasi solo per togliermi lo scrupolo, ho letto la scritta sul tappo e questa inequivocabilmente diceva: Cvetic 2005.

Per un attimo ho pensato: ma perché avrebbero dovuto mettere un tappo targato 2005 nel 1998? Poi ho scartato l’ipotesi in effetti risibile (sarebbe stata giustificabile forse alla fine della bottiglia, non prima di iniziarla…), e ho guardato meglio l’etichetta mangiata dalla muffa della grotta, dove si leggevano solo le ultime due cifre della data, ed erano inequivocabilmente 05.

Un errore di sbaglio, davvero. Il 1998, se davvero ancora ce n’è una bottiglia (adesso sono troppo stanco per scendere nella grotta), è stato scambiato con un’annata più recente. Niente di irreparabile, comunque. Anzi. Il 2005 è molto buono, forse addirittura adesso è al suo massimo. Una barrique netta ma non invadente, aromi varietali ben presenti, con una nota agrumata che aggiunge fascino a un vino potente (14°) e insieme assai elegante. Una sciccheria. (L’ultima bottiglia del 1998 che ho bevuto l’anno scorso era assai simile, ma solo più matura, più vissuta, i profumi più delicati, l’insieme se possibile ancora più elegante).

Grande vino, ottimo per accompagnare i ravioli di zucca di Daniela, come sempre azzeccatissimi, con le noti dolci della zucca e dell’amaretto che si fondono con il profumo della salvia e il sapore del parmigiano. Un incontro al vertice. Una sinfonia. E poi, come sempre, tante altre, troppe, cose. Stasera forse sarebbe consigliabile il digiuno.