
Oggi siamo stati a Bologna a salutare Roberta, l’ultima delle mie zie. Era la più piccola di una serie di grandi donne, le sorelle Urbinati (cinque, compresa mia madre – c’era anche un maschio, Ciro, ma era in nettissima minoranza, beato tra le donne) nate a Ravenna e poi, dopo la guerra, trasferitesi a Bologna (mia madre nel 1946 venne a Roma e tornò a Bologna per curarsi, ma poi per morirci, nel ’71-72).
Mio fratello Angelo ha ricordato con parole commoventi in chiesa la zia quasi coetanea (Roberta aveva 9 anni più di lui, tanti da piccoli, quasi niente quando cresci). Ho pensato molto a cosa avrei detto io, per ricordarla. E tanti sono i flash di settant’anni di vita, ché da quando ho memoria Roberta c’è, nella mia vita.
Quello di cui vorrei parlare qui – che probabilmente non avrei detto in chiesa – riguarda Roberta ma anche Lella, la sorella a lei più vicina per età, anche se in fondo riguarda soprattutto me…
Il ricordo è preciso, meno precisa la datazione. Alla fine, pensandoci bene, credo di poterlo inquadrare intorno alla metà degli anni Settanta. All’epoca studiavo Lettere, senza tanto entusiasmo. Molte sere dopo cena aveva preso l’abitudine di finire ai Tre Scalini, il bar di Piazza Navona, dove prendevo sempre un cocktail, provandone uno diverso ogni sera. Avevo fatto quasi amicizia con il barman (che però credo mi giudicasse un po’ uno sfigato: del resto, che altro pensare di un poco più che ventenne che si presentava sempre solo a bere qualcosa nel bar più bello della piazza più bella della città più bella del mondo?).
Tutto cambiò la sera che andai ai Tre Scalini con le mie zie, con Roberta e con Lella, che erano non so per quale motivo a Roma. Entrai nel bar con quel po’ po’ di bionde e il barman mi guardò subito diversamente. Ci fece tre bei cocktail e continuava a girarsi nella nostra direzione (e non credo guardasse me…).
Quando tornai lì da solo, qualche sera dopo, mi disse: «Questa sera le preparo una cosa speciale. È un cocktail con tutti e quattro i liquori fondamentali. Si chiama Only for men…»