Ieri siamo stati per la prima volta al cinema da anni ormai. Almeno due, credo, ma il ricordo è così lontano che potrebbe essere qualcosa di meno. Alle 16, da bravi vecchietti, ci siamo presentati alla multisala del centro commerciale di Feronia, a Fiano Romano, e per un’ora e mezza abbiamo vissuto le vicende tenere e un po’ sconclusionate di Astolfo, l’ultimo film di Gianni Di Gregorio, una favola contemporanea ambientata principalmente ad Artena (con una puntata in Sabina con la cattedrale e gli affreschi di Vescovio, che fingevano di essere una chiesetta rurale locale). Eravamo quasi soli, cinque persone in una sala da oltre 300 posti.

Se avessimo seguito la prima idea di andare a vedere Astolfo al Lux a Roma, sempre al primo spettacolo – idea tramontata quando abbiamo scoperto che lo davano anche a mezz’ora di meno da casa, e senza problemi di parcheggio –; se fossimo stati a Roma saremmo stati molti di più in sala, una ventina, e soprattutto avremmo incontrato mio fratello Angelo con la sua compagna Mina. Quando uno dice le coincidenze…