Quando le foto erano ancora su pellicola, non sono mai stato tra quelli che se le sviluppavano da soli. Avevo amici con tanto di camere oscure e luci rosse ma, per quanto riguardava le mie foto, le portavo da Nannini, a via Capo le Case, un fotografo che mi aveva fatto conoscere mio padre. Lui mi faceva i provini e poi stampava quelle che sceglievo. La foto, per me (ma non solo), era lo scatto che facevi. Di solito in bianco e nero. Lì finiva il mio intervento. Il resto era una conseguenza quasi meccanica.
Con la fotografia digitale e il computer (e più ancora con i telefoni intelligenti, quelli che fotografano), è cambiato tutto. La foto non finisce con lo scatto. Anzi, praticamente dopo lo scatto inizia la vera vita della foto. Quella che tecnicamente si chiama post-produzione è in realtà – o può essere – un atto fortemente creativo. Ri-creativo. Anche manipolativo. È divertente e alla portata di tutti. E non puzza d’acido…
L’altro ieri ho provato a scattare un po’ di autoritratti. Utilizzando il treppiede che Daniela mi ha regalato tempo fa. Studiando le possibili inquadrature e sfruttando l’autoscatto a tempo. Prima i 3 secondi – ed erano davvero pochi…
Poi i 10 secondi – e non sapevi mai quando stava per scattare…
Alla fine ho fatto un sacco di brutte foto (tutte cestinate) e qualcuna passabile, Ma siccome avevo tempo da buttare, su una o due ho provato a giocare con il computer. Alla fine, di una sono abbastanza soddisfatto (ma ci lavorerò ancora, soprattutto sulle ombre e sul contrasto).
E la foto è questa, che potrebbe avere come titolo “Autoritratto tra due sfondi”.
Alla fine infatti, rispetto alla foto iniziale,
ho optato per il bianco e nero e un taglio diverso che portasse più in primo piano il sottoscritto, tagliando un po’ dei due sfondi: il panoramone sabino da Castel San Pietro a Castelnuovo di Farfa che che scattai dalla strada di Rovane, e la scena di Manhattan con Diane Keaton e Michael Murphy.
Passando comunque per un altro step a colori,
prima di approdare al definitivo (per adesso) bianco e nero.