Frequentando le pagine di Facebook si ha spesso a che fare con la possibilità di traduzione automatica dei post scritti in lingua straniera. E le traduzioni sono spesso involontariamente comiche. Anche se hanno il pregio, specie se fatte da lingue totalmente ignote, o addirittura che utilizzano alfabeti diversi (chi non s’arrende davanti a un post scritto in arabo, o in israeliano, in cirillico o in armeno? ) di farti capire più o meno di cosa si parla. Qualche giorno fa ho publicato sul mio blog un post in cui parlavo di una magnifica serata a Collevecchio con Sigiswald Kuijken, sua figlia Marie e gli allievi della Summer’s Academy della Petite Bande che hanno interpretato una deliziosa opera buffa di Haydn, L’infedeltà delusa, con grande successo di pubblico.
La mattatrice della serata, la soprano Mayan Goldenfeld, di cui ho parlato in termini assai elogiativi (e come avrei potuto fare diversamente?), ha condiviso il mio post sulla sua pagina Facebook traducendone una parte in inglese. E giustamente “opera buffa” è diventata nel suo post “comic opera”. Fin qui tutto normale: la traduzione è stata fatta da un essere umano che conosce la lingua e l’argomento. Il bello è quando sono andato per curiosità a leggere la traduzione (automatica) in italiano della traduzione (umana) in inglese. Secondo il traduttore di FB quella di Haydn non era un’opera buffa ma un’“opera a fumetti”. Geniale, davvero geniale. È proprio vero, tradurre è in qualche modo tradire. Ma noi esseri umani siamo troppo timidi e ci limitiamo a piccoli tradimenti. Se tradimento ha da essere, che sia fatto in grande. Traduttore, pardon, traditore automatico per tutti.