Sangue romagnolo

Questa foto mi piace veramente tanto. Per i soggetti rappresentati. Le mie radici romagnole: nonno Lino e nonna Angela (e i genitori e lo zio di lei). Per lo sfondo vagamente tropicale.E per l’eleganza dei vestiti che indossano: anche il nonno, con la sua uniforme, è un vero figurino. È buffo vedere foto dei tuoi progenitori da giovani. C’è una specie di cortocircuito temporale: quando sono nato nonna Angela aveva 55 anni ed avendone vissuti 98 me la ricordo bene, sempre più vecchia, sempre più piccola, sempre più dolce. Ma nonno non l’ho mai conosciuto. Per me è quello di questa e altre foto, soprattutto una inviata a mia madre dalla Russia nel 1942, credo, per i suoi (di nonno) 48 anni, una foto che mamma aveva sul suo comodino.

vado alla guerra

Nel romanzo che non scriverò mai sulla storia di Adriano Enrico e Maria ci sarà, probabilmente, il primo incontro tra i due rami della mia famiglia. Anzi, più precisamente, tra quello che forse avrebbe potuto essere – in fondo di Adriano noi abbiamo ricevuto il cognome, non certo i geni – e invece la famiglia di mia madre.

Sì, perché se nonno Enrico evitò di fare il militare per via del fatto che era praticamente sordo, nonno Lino, il padre di mia madre, la guerra invece se la fece tutta. E da buon romagnolo tutto cuore e senza mezze misure, ricevette anche tre medaglie al valore, due di bronzo e una d’argento (se ricordo bene, quest’ultima per avere conquistato da solo un nido di mitragliatrici nemiche) e varie promozioni sul campo.

La mia idea era quella di fare incontrare Adriano e Lino (il cui vero nome…

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