Avete mai visto un albero morto pavoneggiarsi così delle sue radici? Quando l’ho incontrato sulle rive del Farfa ho subito pensato che volevo fotografarlo. Ma l’alberello (vivo) che gli sta accanto mi ha impedito l’approccio frontale, quello che più dava l’idea della coda di pavone (scolorata) del tronco sdraiato per sempre, per quanto possa durare un «sempre» davanti alla forza delle stagioni (e ai bisogni dell’uomo).
L’ho incontrato l’altro giorno non lontano dalle acque del fiume che ho imparato da amare, quello che Fernando chiamava semplicemente Farfa, senza articoli di sorta, quello che da casa si sente bofonchiare in lontananza, o addirittura ringhiare nel silenzio delle notti dopo le piogge, eterno compagno della nostra vita qui, nella valle dei Pantani.