Sì, lo so, il nostro non è un paese normale. Anche se l’adeguarsi del nostro paese alla marea nera, sovranista e qualunquista (in una parola: escrementizia) che sembra inarrestabile un po’ dovunque ci dà una parvenza di ben triste normalità.
No, io intendevo normale nel senso di un paese dove le cose funzionano, dove non bisogna rivolgersi agli amici degli amici per risolvere un problema, dove chiami chi di dovere al telefono e questi ti aiuta a risolvere l’emergenza in cui sei precipitato. Ecco, in questo senso, io che ho scritto più di un post (imbufalito, come diceva mio padre) quando Telecom, tanto per fare un esempio, mi lasciava settimane senza adsl, questa volta devo scrivere uno elogiativo nei confronti di Telecom. Ma non solo: anche Sky avrà il giusto riconoscimento. (Ovviamente mentre scrivo tocco ferro a tutto spiano, non sia mai che alla prossima emergenza si ritorni alle vecchie abitudini negative…).
Insomma, per farla breve, giovedì scorso un ennesimo fulmine (quasi a ciel sereno: nel senso che, sì, pioveva, ma di tuoni e lampi non c’era quasi l’ombra e anche dopo l’evento funesto non ce ne sono stati tanti all’intorno…) un ennesimo fulmine, dicevo, è scoppiato proprio sopra casa nostra (e quella di un vicino). È scattato il salvavita e, quando ho riacceso, non funzionavano, nell’ordine: Sky, nessuno dei due decoder; internet, il modem emanava un bell’odore (si fa per dire) di bruciato); due cordless nei due piani inferiori di casa (poi, facendo una prova, ho verificato che non solo i cordless si erano fottuti, ma non funzionavano neppure le prese cui erano attaccati).
Era quasi sera, mi sono detto: domani è un altro giorno cercheremo di metterci una pezza. L’indomani chiamo il 187, dopo qualche tentativo parlo con una gentile signorina che mi dice che apre la pratica per un modem nuovo e dalle 14 potrò andare a cambiarlo in un centro Tim. Le chiedo se sa indicarmi un centro non troppo lontano – ne conosco un paio a Rieti e a Roma, ma sono pur sempre una cinquantina di chilometri –, me ne indica tre, purtroppo nessuno fa più questo servizio. Peccato, sarebbe stata la perfezione ma la perfezione, come si sa, non è di questo mondo. Chiamo anche Sky extra, in quanto cliente da una vita (praticamente socio fondatore…). Anche qui una simpatica signorina mi fa fare un po’ di prove (avrò fatto dieci piani di scale, ottima ginnastica alle 9 del mattino) poi mi dice che probabilmente è l’illuminatore della parabola e anche lei apre una pratica. Alla domanda su quanto tempo ci sarebbe voluto, tentenna un po’ e poi fa: al massimo una settimana. Sentito il singulto dall’altra parte del telefono (la mia) mi dice: le mando un sms, le ci risponda “SI” domani sera, noi le manderemo il nome del tecnico che il computer ha scelto per lei, così potrà sollecitarlo di persona. E con questo escamotage, a metà tra i meccanismi di comunicazione del Mossad e la soluzione “aumm aumm”, finisce la mattina. Alle due vado a Rieti per il modem e in quattro e quattr’otto me lo cambiano. Evvai. Mentre sto tornando compare su display del computer di bordo un numero sconosciuto che mi chiama al telefono. Rispondo, è il tecnico di Sky che mi dice di stare da quelle parti e vuole sapere se può passare. Quasi mi metto a piangere dalla commozione e dall’incredulità, gli dico ovviamente che sì, che sarò a casa in una mezz’ora e che lo aspetto. Per farla breve, prima di cena anche Sky rifunziona.
Penso di vivere in un paese normale. Per la prima volta da anni. Un paese dove se hai un problema riesci a risolverlo. Un paese in cui, in più, ci sono anche dei geni, come il mio amico elettricista che il giorno dopo in una mezz’oretta, mi ridà anche la linea telefonica in tutta casa. Ma questa è un’altra storia. Anzi, un altro post.
(segue)
evviva la normalità in un paese dove l’anormalità è la regola