“Ma lei da quanto sta qui?” chiedo al nostro ospite Philippe, che ci ha accolto al castello con un gran sorriso mostrandoci la nostra camera (bella bella) e illustrandoci il menù di questa sera. “Più o meno da ottocento anni” risponde lui sempre sorridendo, questa volta un po’ sotto i baffi. E davanti al mio stupore – non avevo replicato temendo di aver capito male – chiarisce: “Il castello è sempre stato della famiglia di mia moglie”. Non è grande il castello di Vaulx, nel Puy de Dome, ma è proprio come i castelli delle favole: con quattro torri ai lati e un tempo ci doveva essere anche il fossato.
È immerso in un bosco fitto fitto e per arrivare abbiamo fatto una strada che saliscendeva per chilometri tra alberi alti alti e sottobosco rigoglioso. Tanto che alla fine il navigatore delle mappe di Google, giunto a trecento metri dalla svolta giusta, è andato fuori di testa e ha cominciato a ricalcolare la strada. Ma oramai potevamo farcela da soli. E così abbiamo fatto.

La nostra stanza, Agathe, e, sotto, il bagno nella torre