Stamattina non so perché mi è venuta in mente Bullet the blue sky degli U2. (In realtà lo so perché: questi giorni in auto ascolto spesso The Joshua Tree e ogni volta rimango stupefatto dalla bellezza assoluta delle prime cinque canzoni del cd – Bullet the blue sky è la quarta –: pochi altri album, o forse nessuno, che io ricordi, hanno un “inizio prolungato” di tale intensità).
Comunque sia, tornando a stamattina, non so come mi è uscita la voglia di provare il breve uh uh uh uh che affianca il ritornello con le parole del titolo. Ne è uscito qualcosa di più simile al lamento di uno con il mal di pancia che a un canto, tanto che mia moglie dalla cucina mi ha chiesto che cosa succedesse, se mi sentissi bene. Ecco, se foste stati qui avreste capito la grande differenza che c’è tra la voce di Bono e il miagolio di un gatto randagio.