L’altro giorno rileggevo, prima di richiamarlo su Facebook, un mio post di un anno fa in cui pubblicavo cinque foto (con mezz’ora d’intervallo tra la prima e l’ultima) di un’alba particolarmente “mutante” (vedi il post precedente). In quel post iniziavo dicendo: «Poi la giornata è diventata una chiavica: nuvolosa, fredda e umida; il termometro è stato a lungo sotto ai 5 gradi. (Il che comunque non ci ha impedito di andare a vedere un posto qui vicino assai bello: ne parlerò sul prossimo post, promesso)».
Sono quindi andato a vedere il post successivo: parlava di tutt’altro. E neanche in quelli che venivano dopo ce n’era uno che parlasse di un “posto assai bello”. Promessa da marinaio, dunque, la mia. Allora ho provato a ricordare quale fosse questo posto (no, non ridete: io ancora ci provo a ricordare, ingenuo che sono…). Ma niente, ovviamente. Siccome però sono uno che impara dalla vita, da due anni sulle mie Moleskine rosse mi scrivo, giorno dopo giorno, quello che faccio. E allora è bastato andare a guardare al 23 gennaio 2016 e ho ricordato (si fa per dire…).
Da lì ad andare su Foto e riperticare le immagini del 23 gennaio 2016 è stato un gioco da ragazzi. Ed eccole dunque.






Insomma, non esageravo. Il convento del Sacro Speco di Vasciano, non lontano da Narni, è proprio bello. Visto il cielo grigio e la minaccia di pioggia incombente, ricordo che non siamo saliti allo Speco vero e proprio, la grotta nella roccia, e all’Oratorio di S. Francesco, ma torneremo. Come testimonia l’ultima foto con il belvedere sulla piana di Narni, il tempo era proprio una chiavica.