Nel centro centro di Tolosa c’è una gran bella chiesa (“gran bella” è dire poco) che si chiama Les Jacobins, la chiesa dei Domenicani nella capitale della Linguadoca. Gotica, soffitto altissimo, due navate (sì, proprio due navate: mai visto niente di simile)
separate da colonne di oltre 20 metri e, sulla volta, in corrispondenza dell’abside, il Palmizio, l’intrecciarsi delle nervature che sorreggono il peso della struttura.
In questa chiesa venne traslato da Fossanova nel 1368 (arrivò il 28 gennaio 1369, accolto da 150 mila persone) il corpo (ma forse non la testa) di S. Tommaso d’Aquino, il Doctor Angelicus, grande filosofo medievale. Un’urna dorata (e sapientemente illuminata) sotto un altare di pietra racchiude oggi i resti del santo (il mausoleo alto 20 metri costruito ai primi del 600 venne distrutto durante la Rivoluzione francese).
Il complesso dei Giacobini ha anche un bel chiostro (abbastanza ricostruito) e un interessante campanile, parzialmente capitozzato, anch’esso durante la Rivoluzione.
L’ha ribloggato su enricogalantinie ha commentato:
Seicentocinquant’anni fa, il 28 gennaio del 1369, veniva accolto a Tolosa da una folla strabocchevole – le fonti parlano di centocinquantantamila persone – il corpo di San Tommaso d’Aquino, il grande filosofo domenicano elevato 35 anni prima al culto degli altari. Ad attenderlo il principe Luigi d’Angiò, fratello del re Carlo V, gli arcivescovi di Tolosa e Narbonne, vescovi ed abati vari. Il viaggio era iniziato due mesi prima da Fossanova, dove il Dottore Angelico era morto nel 1274, e si era svolto in gran segreto per evitare che qualcuno cercadsse di rubare le reliquie del santo.