Serendipity è quando trovi qualcosa cercando qualcos’altro. Ma forse è anche quando trovi qualcosa fuori dal comune cercando così, più o meno a caso, nella rete. A me è successo recentemente. Ero rimasto incantato dalla versione di Amandine Beyer delle Quattro stagioni e di altri concerti di Vivaldi. La virtuosa francese, allieva di Chiara Banchini, è riuscita a fare in questo cd qualcosa di diverso dalle tante altre interpretazioni che nel corso dei decenni hanno pian piano popolato la mia collezione di musica sui vari supporti. Ogni parte è suonata da un solo strumento e questo permette una chiarezza di suono e di rapporti tra le varie parti fuori dal comune. Specie nell’Adagio dell’Inverno, in cui tutti gli strumenti vengono fuori in maniera insolita e fantastica. Un vero gioiello.
Ovvio che poi abbia cercato altre sue interpretazioni. E girellando su Amazon l’occhio mi è caduto su questo cd dal titolo intrigante, False consonances of melancholy. Il nome dell’autore era italiano ma a me ignoto, Matteis. Per questo al primo giro non l’ho comprato, ma al secondo, qualche settimana dopo, sì. Ed è stata una vera scoperta. Nicola Matteis è stato un assai famoso (ai suoi tempi) violinista e chitarrista napoletano. Di lui non si sanno date di nascita o di morte. Si pensa che sia nato prima del 1650 e morto un po’ prima del 1700. Arrivato abbastanza giovane in Inghilterra, dopo aver girato un po’ tutta l’Europa, conobbe la fama ma morì in miseria, “per eccesso di piaceri”, come scrisse il suo biografo. Non senza aver rivoluzionato il modo di suonare il violino Oltremanica, sia a livello colto che a livello popolare, facendo sì che il “fiddle” si affermasse come strumento principale del folklore anglosassone
Nel suo trattato per basso continuo per chitarra, intitolato appunto The False consonances of Musick, Matteis dà “un consiglio per suonare bene”. Ed è questo: “Non dovete mai suonare tutto allo stesso modo, ma alle volte forte e alle volte dolcemente, secondo la vostra fantasia, e se incontrate delle note melanconiche, dovete suonarle dolcemente e delicatamente”. Scrive Amandine Beyer nelle sue note di copertina: “Ce l’abbiamo messa tutta per trovare queste note melanconiche e dividerle con voi”. Noi ringraziamo. Musica stupenda, quella di Matteis. E interpretazione all’altezza, quella di Amandine Beyer e dei suoi Incogniti. Se volete saperne di più, guardate questo video.