Roberta mi ha appena ricordato dell’estate del 1978 (che anch’io ho bene in mente, anche se, non so perché, la retrodatavo di un anno – e infatti ho dovuto correggere alcuni post che la rimembravano ma situandola nel 1977). Ero a Barcellona, avevo 25 anni, ero belloccio (almeno, diciamo, piacicchiavo – mai avuto così successo come in quell’anno, e soprattutto in quel mese d’agosto…), studiavo spagnolo e gozzovigliavo internazionale.
Un giorno, sulle Ramblas, chi t’incontro? Mio cugino Marco. In bella compagnia, abbronzatissimo. Veniva da Ibiza e doveva tornare a casa. Baci e abbracci, ma di fretta: avevamo un impegno da lì a poco tutti e due. Allora ci diamo appuntamento a dopo, per mangiare un boccone assieme. All’una o giù di lì, vado nel posto dell’appuntamento – la Plaza del Rey, bella piazzetta medievale un po’ rifatta dietro la cattedrale – e inizio ad aspettare. Mezz’ora, un’ora, due ore. Poi mollo. Strappo un foglio dall’agenda e lascio un biglietto.
Quello che potete leggere qui sotto
Fine della storia? Non esattamente. Quello che successe dopo l’avevo un po’ dimenticato, ma l’ho richiamato a mente aprendo una scatola di memorabilia. Sull’altra faccia del foglio c’è infatti la risposta di Marco
Insomma, la topografia è una scienza importante. “Real” vuol dire “del Rey” ma non è la stessa cosa se applicato a una piazza. E a volte è meglio prendere appunti. Mentre Marco aspettava in Plaza Real (o Placa Reial, come si dice in catalano) io stavo a qualche centinaio di metri, nella Plaza del Rey (o Placa del Rei). Evidentemente, poi, mentre io andavo a scuola a iscrivermi, Marco è passato in Plaza del Rey, ha trovato il biglietto, ha scritto la risposta e me l’ha lasciata in albergo (albergo… che esagerazione!)
P.S. Chissà se è stato un caso che quel giorno di agosto abbia scelto, come foglio per il biglietto, quello che ha da una parte il 28 febbraio e dall’altra il 1° marzo. Un foglio contraddistinto da una grande assenza: il 29 febbraio. Proprio il giorno del compleanno di mio cugino…
Auguri, auguri , Enri. Sempre tanti e sempre con affetto.