Un quartetto straordinario

fidelioÈ un pezzo d’opera. Quindi le parole devono essere importanti. Ma anche se non le si capiscono, la musica arriva lo stesso.

Il Fidelio non è una di quelle opere che so a memoria (in pratica solo quelle di Mozart, le più importanti…). Da giovane l’ho ascoltato più volte, il Fidelio. Da giovane, appunto. Poi è rimasto lì, tra i Cd di musica classica, inutilizzato e inascoltato per anni e anni. Tanto che quei foglietti di plastica spugnosa che venivano usati un tempo nei cofanetti si sono attaccati ai cd stessi rendendoli praticamente inutilizzabili. L’altro giorno l’avevo preso in mano perché mi era tornato in mente il quartetto del primo atto e volevo risentirlo. Così ho fatto un salto su Amazon (che per la musica è insostituibile, almeno per adesso, per me) e in meno di una settimana ho riavuto, per poco più di 10 euro, il mio Fidelio diretto da Bernstein.

Non ho niente di particolarmente intelligente da dire su questo incredibile pezzo di musica, se non che secondo me è una delle vette assolute della musica di tutti i tempi. Non ho mai visto il Fidelio messo in scena. La trama è complessa. Il quartetto è in scena abbastanza presto. Nel cortile del carcere, Marcellina (la prima voce) si confessa il suo amore per Fidelio (che in realtà è una donna, si chiama Leonora, e sta cercando il marito prigioniero). Leonora, la seconda voce femminile a intervenire, si rende conto che Marcellina è innamorata di lei e capisce che la situazione si fa pericolosa. Rocco, la terza voce (quella bassa) del quartetto, padre di Marcellina, benedice questo amore mentre Jaquino, la quarta voce, già fidanzato di Marcellina, capisce di aver perso e non sa che fare.

Questo, più o meno, è il contenuto delle parole che i quattro cantano. Ma poi (anzi, prima) c’è la musica…

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