Era il 1968 o giù di lì. Avevo fame di musica e ascoltavo di tutto (quasi tutto in lingua straniera, però…). E a un certo punto arrivò l’Uomo chiamato cavallo con una canzone incredibile, un po’ recitata e molto cantata, con note che andavano in alto in alto e un testo di cui purtroppo intuivo solo lacerti. E quel 45 giri faceba parte di un album che però comprai solo qualche anno dopo. La canzone (le canzoni) cantata(e) da Richard Harris era(no) di un certo Jimmy Webb. Ed era bello ascoltare Macarthur Park, quasi una suite con i suoi otto minuti circa di durata, immaginando storie di San Francisco, immaginando di essere lì anch’io…
Ieri in una chiavetta che mi ha portato S. – fratello di musica da tanti anni che non mi ricordo quanti (anche se non amiamo tutto allo stesso modo…) –, c’era un album (Still within the sound of my voice) proprio di quel Jimmy Webb che interpreta, con amici e compagni d’avventura, un po’ dei suoi successi dell’ultimo trentennio. Ovviamente c’è anche Macarthur Park (una bella versione con le armonie di Brian Wilson dei Beach Boys).
Ma per inaugurare la nuova possibilità di mettere anche musica sul blog ho scelto un’altra canzone, If these walls could speak, una bella ballad dove a far compagnia a JW ci sono due miei idoli del passato, i “controcantatori” per eccellenza Graham Nash e David Crosby. Buon ascolto.
PS Ovviamente, per ascoltare bisogna premere la freccia qui sotto…
PSS Dopo aver ascoltato un paio di volte questo album, credo che presto me lo comprerò. Intanto ho ordinato un altro cd di questo signore, quello con i figli (che con un grande sforzo di fantasia si sono autochiamati The Webb Brothers) che s’intitola Cottonwood Farms e in cui c’è una versione di The Highwayman, sempre sua, che è da brividoni.