Ho passato molte estati a Tor Vajanica (Torva, come l’aveva soprannominata mia madre, se ricordo bene) a partire dal 1963. E dopo un paio d’anni prendemmo ombrellone, sdraio e cabina da Corsetti (i lettini ancora non andavano di moda nel Lazio). Stabilimento che in quegli anni era frequentato da molte star del cinema, che magari lavoravano negli studios di De Laurentis sulla Pontina (per anni ogni volta che ci passavo davanti, l’Arca di Noè de La Bibbia mi faceva sognare) e poi, finito di girare o nel week end, facevano un salto al mare.
Così ricordo bene Robert Mitchum cinquantenne che usciva dall’acqua con un panzone da vero bevitore, e poi andava a cambiarsi in cabina e ne usciva con un figurino invidiabile (chissà che pancera usava…).
Mentre non ricordo Richard Burton e Liz Taylor, che pare stettero a lungo lì durante le riprese di Cleopatra. Ma questo avveniva nel 1963 e in quell’anno noi stavamo ancora un paio di stabilimenti più in giù.
Ma l’incontro – anzi, l’incrocio, che questo fu – che più mi è rimasto impresso avvenne sulle scale dello stabilimento, quelle che dal piano della strada portavano sulla spiaggia. Su quelle scale, scendendo, una volta incrociai una ragazza – pardon, una donna – davvero bella. Con una nuvola di capelli biondo-rossicci cotonati sulle spalle e un gran sorriso. Lei saliva a fianco di un tipo bruno che solo poi seppi si chiamava Roger Vadim. Arrivati sulla spiaggia dissi a Claudio, l’amico con cui stavo scendendo. “Ma quella non è…?” E lui: “Sì, è proprio lei”. Ed era lei, Jane Fonda, che aveva appena girato Barbarella, ed era davvero bella. Altro non ricordo – se l’ho rivista, se stette un poco lì oppure no. Il ricordo indelebile è questa nuvola di capelli e quei denti bianchissimi. L’epitome di una vera diva.