Concludo questa piccola trilogia Zianese con un omaggio a mia sorella e a mio padre.
Ad Anna Maria perché nella foto mostra tutta la sua verve di terzogenita alla ricerca di un posto nella vita (come se non fosse sufficiente già essere la tanto attesa femmina) e in più è molto carina con la sua mise à la Audrey Hepburn (la foto deve essere del 1961 o del 1962): gli occhialetti e il fazzolettino sono deliziosi.
A mio padre perché lui, che ci estenuava con pose interminabili (“e non ti muovere”, “e sorridi”, “e stai dritto”, e… e… e…), quella volta evidentemente seppe rinunciarvi a favore di un’istantanea mille volte più viva delle foto posate. (Facile dirlo adesso che con il digitale le foto non costano più nulla, lo so).
Chissà che indicava A.M. con l’indice verso terra. Forse stava chiedendo: “Devo andare proprio lì?”. Ma papà aveva già scattato…
L’ha ribloggato su enricogalantinie ha commentato:
Doppio salto all’indietro nel tempo. Prima a sei anni fa, quando scrissi questo post a conclusione di una “trilogia zianese”, e poi a cinquant’anni prima ancora, quando Ziano era il centro delle nostre estati e, in fondo, delle nostre vite, ché come e quanto si viveva “in vacanza” non si viveva certo a Roma, con la scuola e tutte le incombenze degli altri nove mesi dell’anno. E già, perché allora, le vacanze duravano tre mesi, dal 15 giugno el 15 settembre…