Ieri mattina, mentre il sole e le nubi giocavano in questo modo sulle pendici della collina di fronte, io me la dormivo alla grande (grazie, Daniela, per la foto…).
Smaltivo la cena e il vino della sera prima. Dal Sor Duilio, pescheria-osteria sulla Tiburtina dove ci ha portato Diego, assieme a Marianna e Antonio (finalmente, dopo tanto tempo che non ci vedevamo). Poco spazio per i tavoli, va detto (la location è un po’ spartana), ma grande spazio per il pesce, ovviamente. Niente primi (a parte una lasagnetta che non abbiamo assaggiato) e fritti, ma antipasti e secondi di grande livello, pesce crostacei e conchiglie trattati comme il faut. Pare che anche i crudi siano di qualità eccelsa ma, per uniformità di tavolo, ho rinunciato (senza troppi problemi: mi rifarò indicendo una riunione con Diego lì, io e lui, una di queste mattine sul tardi, e allora non mi tratterrò).
Come inizio un mix di antipasti caldi: capesante, polpette di pesce, dei cornettini deliziosi con gamberi e aceto balsamico, un sauté di conchiglie mai viste in vita mia (un po’ come delle capesante piccole e assai buone) e qualcos’altro che adesso mi sfugge. Poi, di secondi, un sauté di cozze (fantastico, con pomodorini e asparagi di mare e del bel pane tostato), dei filetti di rombo in crosta di patate (quasi perfetti) e degli involtini di spatola e zucchine (molto molto interessanti). Tanta, troppa roba. Il sauté lo avevamo immaginato come un assaggino e invece era un assaggione: alla fine, nel mio piatto c’erano più di venti “armature” a testimoniare del livello della battaglia.
Come vino due bottiglie di Sancerre (non ricordo il produttore) e le bollicine di un Franciacorta MonteRossa. Buono, non caro, come non cara è stata la cena: circa 50 euro a persona (con quello che s’è mangiato…).
Il ritorno è andato bene: nessun problema, anche perché erano passate da poco le 23 quando siamo partiti. Un po’ di musica anni settanta (gli Yes di Fragile). Occhi belli aperti. E poi un gran sonno. La mattina, niente alba, ma anche niente mal di testa e una sana sensazione di sazietà.
evviva le albe bellissime e solo per pochi (sfido, a quell’ora !) evviva le buone mangiate , spero in tempi migliori per me e Puccio per poter condividere con voi una “simil” cena.
Pensieri affettuosi, come sempre
Magari, sursum corda: un sorso di corda, per quel che vuol dire…