Il viaggio in Armenia è stato anche un salto nel medioevo. Per i posti visti, alcuni forse quasi più tardoantichi che medievali, ma anche per usanze che non avevo mai visto e non credevo praticate se non in qualche remota regione asiatica o africana.
Quello raffigurato nella foto qui sopra (per chi non avesse letto la didascalia) è il monastero di Haghpat, posto incredibile e fuori dal tempo, che si trova nel Nord del paese, verso il confine con la Georgia. Qui, dopo aver visto il kachkar più bello tra le migliaia che sono passati davanti ai nostri occhi nella settimana di viaggio,
abbiamo poi visitato la biblioteca, un ambiente enorme, con dei caratteristici buchi per terra nei quali, secondo Karen, la nostra guida, i monaci conservavano i volumi.
All’uscita del monastero, nella foto qui sotto, una scena rubata: quella di una pecora reticente trascinata da gente del posto. Alla nostra domanda, la guida rispondeva che
in effetti nel paese era tollerata, anche se certo non incoraggiata, la pratica dei sacrifici animali, residuo di una religiosità evidentemente precristiana.
La nostra incredulità venne poi definitivamente sconfitta al’ingresso del monastero che visitammo subito dopo, quello di Sanahin. Anche qui ho una foto, un po’ sgranata ma credo abbastanza evidente: quella del sacrificio di un pollo, che temo di aver fotografato nel momento stesso (o quasi) in cui veniva sgozzato.





pensavo esattamente a questa vicenda quando ho letto il tuo post sulla pecora restituita.