Pare mi abbiano visto, con un sorriso un po’ da cazzo, su un manifesto pubblicitario in quel di Lisbona. Dall’esame accurato del reperto fotografico che allego (mi è stato consegnato durante una cena di quelle che piacciono a me, tante piccole cose, quasi tutte che farebbero inorridire la cardiologa – dottoressa, scherzo…), posso smentire senza ombra di dubbio di essere io il soggetto ritratto nella sopradetta e sottoriprodotta affiche.
A parte il volume delle tette e della pancia (plausibili) e la pelata (pure), quello che più ha fatto propendere gli amici nell’errata identificazione credo sia – del resto l’hanno detto anche gli stessi Fabio e Raffaella – la postura con il capino inclinato a sinistra (ma spesso anche a destra, come lo scappellamento della supercazzola), postura che caratterizza quasi tutte le immagini che provano (con difficoltà) a contenermi.
A volte mi consolo pensando che era un artificio dell’arte, già dal rinascimento, quello di far piegare la testa a chi rischiava di uscire dalla tela – e in effetti nella pubblicità proprio di questo sembra trattarsi. Ma nel mio caso no, non è così. Quella lì è proprio quasi sempre la mia postura, a maggior ragione e per qualche imperscrutabile motivo, quando so-vedo-sento che un obiettivo mi sta inquadrando. Solo mio padre, con la minaccia di qualche schiaffone (peraltro mai dato) e interminabili sedute di posa, riusciva a farmi restare dritto.
P.S. Bella serata quella di ieri, a rimembrare persone storie musiche e concerti dell’altro secolo, bisognerebbe vedersi più spesso. Un tempo eravamo un bel gruppo, ma l’inarrestabile forza centrifuga della vita e delle scelte che facciamo ci sparge tutti per strade diverse.
Ieri, dopo la cena, prima di tornare a casa ho fatto un giro in macchina per l’Eur. Per strada più o meno quelli che girano per Poggio Mirteto verso mezzanotte. Sono andato anche davanti ai cancelli della mia vecchia scuola. Ero nel mood nostalgico. Ma me ne ha tirato fuori, seppure parzialmente, l’ascolto sul raccordo e sull’autostrada delle vecchie cariatidi che si esibivano nel concerto per l’anniversario del 25° della Rock & Roll Hall of Fame. Età media 65-70 anni, pochi capelli e molte pance, non c’era molta roba che si salvasse ma si poteva comunque ascoltare. Finché sono arrivati i Metallica e allora ho spento. I Metallica sono un ottimo antidoto contro la nostalgia.