Il guardiano del nulla

Trovo in un libro un po’ impolverato nella sezione poesia e copio diligentemente.

Foto di scuola

“in III elementare”
(scrittura di mia madre)

Fuori campo, di fianco, il
maestro Piana ha sistemato il banco.

La penna poggia appena sul quaderno
“fermo così”
e restai così in eterno.

Il libro si intitola Otto febbraio ed è di Alessandro Fo, poeta e professore di Lingua e letteratura latina all’Università di Siena (ha tradotto e pubblicato tra l’altro Il ritorno di Rutilio Namaziano). Ho conosciuto tanti anni fa Alessandro, e credo di avere ancora dei libri che mi ha prestato (su Vittorio Sereni). Le sue poesie mi piacciono molto. “Il poeta è un guardiano del nulla. Masochisticamente espia la propria nullità; la cesella, la ingentilisce, la offre al lettore che l’apprezzi e così dimentichi quel nulla.” Ho trovato questa sua frase nell’introduzione a un podcast di una conversazione con Alessandro su Radiorai e mi sembra che, per quanto volutamente un po’ riduttiva (quel “nulla” può essere tantissimo), dia il senso del lavoro di cesello, appunto, che c’è dietro alle sue poesie.

P.S. Non riesco, dato il CMS (il sistema di gestione dei contenuti) di questo blog, o forse data la mia ignoranza, a scrivere gli ultimi due versi come in realtà vanno scritti: uno sotto all’altro, ma il secondo sfalsato rispetto al primo come se, dopo una pausa forte, fosse la sua continuazione, come se fosse cioè un unico endecasillabo che si accoppia all’endecasillabo che lo precede e con il quale rima.

2 pensieri su “Il guardiano del nulla

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