A un certo punto ebbi la visione: la musica vera, la MUSICA, era quella dei secoli scorsi. Anzi, più “scorsi” erano, più era musica. Poi, conosciuti e approfonditi Mozart, Schubert, Brahms e via dicendo, ho capito che era un’infatuazione e ho smesso di essere manicheo.
In quegli anni – seconda metà dei 70 – c’era una manifestazione bellissima che si teneva in un posto assai suggestivo, anche se l’acustica lasciava un po’ a desiderare. Parlo del Festival barocco le cui serate avevano luogo principalmente nel Palazzo della Cancelleria, nel Salone dei Cento Giorni tutta affrescato da Vasari. I calendari dei concerti vedevano la presenza di tutta la crème degli esecutori di musica antica. Lì ho sentito delle esecuzioni fantastiche.
Una di queste è per me indimenticabile, anche perché era uscito in contemporanea il disco con molti dei pezzi suonati quella sera, che ha girato per mesi e per anni sul mio impianto (adesso ho trovato il cd e ogni tanto lo frequento ancora). I protagonisti di quella serata erano René Jacobs, controtenore olandese (poi buon direttore d’orchestra) dalla perfetta intonazione e dal timbro assai particolare, Judith Nelson, il classico soprano inglese con una voce non grande ma purissima, accompagnati dal Concerto Vocale, e cioè William Christie al clavicembalo, Wieland Kujken alla viola da gamba e Konrad Junghanel al liuto. La musica era costituita da duetti e cantate da camera di Georg Frederic Haendel.
Serata indimenticabile e album altrettanto. Su tutti il duetto “Tanti strali”. Lo consiglio a tutti. Anche ai minori.