Tre fastigi al tramonto

E che gli vuoi dire a Roma? E che gli vuoi dire a questa città bene-male-detta che ho lasciato più di vent’anni fa? Che non rimpiango se non per questi spettacoli incomparabili? Per la meraviglia che si vede dai suoi tetti, lassù dove il marmo, i mattoni e il ferro (come in questo caso) giocano in maniera incomparabile con l’aria.

Se poi è una bella sera d’estate le invenzioni di Francesco Borromini risaltano ancora di più…

P.S. Qui in Sabina i potatori dicono che agli ulivi bisogna lasciare sempre un ramo che punti verso l’alto, verso il cielo, per rafforzare la pianta e far scorrere più linfa al suo interno…

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