Venerdì sera, ultimo appuntamento con la stagione 2018 di Visioninmusica, il festival musicale di Terni gestito con amore e intelligenza da Silvia Alunni. Ed è stata una grande bella sorpresa, almeno per me. Gli Aca Seca Trio hanno portato le musiche del loro ultimo album (ma anche quelle precedenti), che si intitola Trino e tutti, credo, siamo rimasti a bocca aperta e con il cuore pieno di felicità. Una musica ricca, quella di Juan Quintero (chitarra e voce) Andrés Beeuswaerts (pianoforte, tastiere e voce) e Mariano Cantero (batteria, percussioni e voce), un sound originalissimo, (l’unico riferimento che mi è venuto in mente è quello del Pat Metheny Group di dischi come Still life/talking o Letter from home, verso la fine degli anni 80), un’indubbia maestria strumentale da parte di tutti e tre (con una speciale menzione al batterista-percussionista Cantero, un vero mostro), impasti vocali perfetti, nessuna concessione a facili melodie o cliché latini e insieme un calore e una capacità comunicativa rari.
Gli Aca Seca suonano musiche originali e pezzi di autori argentini e uruguagi contemporanei come Juan Fandermole e Hugo Fattoruso. Niente tanghi, avvertono all’inizio del concerto i tre, ma un ritratto originale di una scena musicale, come quella del Cono Sud, che subisce evidenti influenze dal Brasile e che deve essere anche assai ricca di suo per generare simili campioni. Una scena musicale che andrebbe conosciuta meglio. Dopo il concerto ho comprato entrambi i cd che erano in vendita sul bancone all’ingresso: il già nominato Trino, appena uscito, e La musica e la palabra, di otto anni fa. Godimento puro.
P.S. Vedo sulla rete che lunedì 23 suoneranno all’auditorio. Amici romani, non perdeteveli, datemi retta. E per la prossima stagione, seguite Visioninmusica: Terni è vicina e il centro storico è carino; l’auditorio Gazzoli è un ambiente ideale. Potrebbe essere un’idea.